Carla Cacianti.
Artista e visual designer. Vive e lavora a Roma. Presenta opere e installazioni in esposizioni nazionali e internazionali di arte e ricerca visiva. Con Plures Design realizza progetti di immagine e sistemi di identità visiva per imprese e istituzioni.
La ricerca artistica più recente di Carla Cacianti si misura con tematiche che rappresentano la natura misteriosa, potente, essenziale o effimera ma non mutata, di forze, elementi, fenomeni, cose, icone, narrazioni e miti che sono alla radice delle vicende umane di oggi e di sempre. In questa ricerca, il ciclo sul pane e sul grano (Da-mater–Terramadre) rappresenta il tentativo di ascoltare e comprendere quello che ci dice il mistero della natura madre di tutto – fecondità, generazione, trasformazione – e quello che ci suggeriscono i segni di una narrazione mitica che ci riporta agli eventi generativi che stanno prima della storia e segnano il cammino dell'umanità fin dalla sua infanzia.
Gualtiero Tonna (Presentazione del progetto “Il grano e il pane”, 2014)
In Da-mater/Terramadre Carla Cacianti rintraccia i segni di un epos femminile. È il mito della fertilità, del grano e del pane. Una cosmogonia. Quella della Grande Madre, della Madre Terra, di Demetra-Kore. Tempi lontani narrano il ritmo ciclico nel respiro della natura. Come il mito, il grano/pane è sacro – ieròs –, viene prima della storia, misterioso è il suo ciclo naturale di trasformazione. Ecco Demetra ierofante, la dea che mostra – phaìno – il sacro. Generosa, fiera, potente e terribile dea delle splendide messi. Appare nelle figure, nude o velate, tra verdi germogli o spighe mature, sulla terra riarsa o nel gelo silenzioso. La grande madre si erge nella rappresentazione e dalle profondità del tempo mostra un mondo dove l'umanità sempre cerca se stessa, tenacemente e amorevolmente, tra messi e spighe, pane e misteri, perdite e ritrovamenti, aridità e germinazione, crisi e trasformazioni.
Gualtiero Tonna (Catalogo delle mostra “Rito, costume, paradosso”, Milano 2013)
Il lavoro di Carla Cacianti indaga il complesso sistema di segni e simboli che regolano la percezione della realtà. In particolare il linguaggio e le sue “trappole”, cioè gli inganni che certi usi del linguaggio possono creare, le simulazioni che di reale hanno solo l’apparenza. E sono questi travestimenti, questa vita-reality della quale non è sempre facile essere consapevoli, a comparire nelle sue opere, dove la matrice cinematografica si campiona in ripetizione di gesti e intenzioni e dove i protagonisti, fissati nei “frame”, cioè nella 25° parte di secondo di un film, pongono al pubblico l’eterno dilemma tra realtà e paradosso.
Susanna Vallebona (Catalogo delle mostra “L’illusione e il reale”, Milano 2011)
“... I mutamenti diventano mutazioni e netta è la sensazione di attraversare svolte epocali dove esperienze, illusioni e conoscenze riassumono una vita. È qui allora che Carla Cacianti e Gualtiero Tonna vincono la loro scommessa entrando in un ambito intrigante ma pieno di insidie: lo fanno in punta di piedi e nella maniera più logica, suggerendo “pezzi di cinema“. Arte evocativa per eccellenza che attraverso “frame”, frammenti appunto, riconduce il mezzo al fine. Le immagini sono allora simboli di un sistema in trasformazione: Truman Show e Blade Runner come stridenti metafore di una società in evoluzione (!). Apologie di scenari allora paradossali ma terribilmente anticipatori. Il reality show, finzione che diventa realtà o realtà che sbiadisce in finzione: la vita che viviamo è vita vera o solo pallidamente verosimile? Le risposte sono immerse nel percorso strettissimo e infido delle scivolose banalità contemporanee, e qui i nostri autori riescono nel loro piccolo miracolo: facendo “parlare” il cinema non inventano nulla ma, riordinando il cassetto della memoria, restituiscono potenza, dignità e qualità a concetti che altrimenti rischieremmo di perdere. Ora e domani.”
Pino Vastarella (Presentazione della mostra “Life-like”, Roma, 2009)