Life-like–Cinema e grafica/profezie e paradossi  |  Roma  |  Galleria Èstile  |  16 ottobre /16 novembre 2009  |  Mostra/installazione ideata e realizzata da Carla Cacianti (immagini) e Gualtiero Tonna (testi)  |  A cura di Pino Vastarella  |  

Life-like

Un fotogramma è la venticinquesima parte di secondo di un film. Può capitare che sia solo “quel” fotogramma che si incolla nella nostra memoria. Ci sono frammmenti di film profetici. Le opere di Life-like nascono da immagini di The Truman Show (1998), Blade Runner (1982), La donna perfetta (2004), Simone (2001) e Batman (1989). Straordinarie finzioni che parecchi anni fa anticipavano “qualcosa” che soltanto oggi avvertiamo come molto presente. Quei fotogrammi ci interrogano sui paradossi della nostra realtà. Una realtà travestita? Truccata? Una trappola virtuale? Dipende da come guardi i paradossi. O da come guardi la realtà. Idee comuni, condivise e accettate possono apparire come certi brandelli di film in cui puoi trovare tutto, oppure iperfinzioni di un tutto in cui non c’è niente. In fondo, è proprio un fotogramma di The Truman Show a ricordarci che nel grande reality vai a sbattere contro il nulla. Una vita–reality può esistere soltanto con la complicità di un contesto contraffatto e di un pubblico sempre più condizionato. Certo, da qualche parte c’è sempre un pulsante che può farci uscire dalla finzione. Ma dove diavolo l’hanno nascosto?
Gualtiero Tonna (Testo di introduzione alla mostra)

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I mutamenti diventano mutazioni e netta è la sensazione di attraversare svolte epocali dove esperienze, illusioni e conoscenze riassumono una vita. È qui allora che Carla Cacianti e Gualtiero Tonna vincono la loro scommessa entrando in un ambito intrigante ma pieno di insidie: lo fanno in punta di piedi e nella maniera più logica, suggerendo “pezzi di cinema“. Arte evocativa per eccellenza che attraverso “frame”, frammenti appunto, riconduce il mezzo al fine. Le immagini sono allora simboli di un sistema in trasformazione: Truman Show e Blade Runner come stridenti metafore di una società in evoluzione (!). Apologie di scenari allora paradossali ma terribilmente anticipatori. Il reality show, finzione che diventa realtà o realtà che sbiadisce in finzione: la vita che viviamo è vita vera o solo pallidamente verosimile? Le risposte sono immerse nel percorso strettissimo e infido delle scivolose banalità contemporanee, e qui i nostri autori riescono nel loro piccolo miracolo: facendo “parlare” il cinema non inventano nulla ma, riordinando il cassetto della memoria, restituiscono potenza, dignità e qualità a concetti che altrimenti rischieremmo di perdere. Ora e domani.
Pino Vastarella (Dal testo in catalogo)

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